A tu per tu con Dario Marchetti

Un’intervista esclusiva, in anteprima dalla prossima edizione del Ducati Redline Magazine. Pilota d’esperienza, istruttore poliglotta, per Dario Marchetti essere il Direttore Tecnico della DRE Academy significa due cose: insegnare la velocità e vivere la passione.

Dario, come si allena la performance?

Serve un mix di teoria e pratica. E soprattutto, servono dei grandi istruttori. Noi al DRE non ne abbiamo di normali, perché sono tutti quanti dei campioni! Da Troy Bayliss e Chaz Davies, da Michele Pirro al campione della MotoE Mattia Casadei, al DRE hai la possibilità di allenarti insieme a gente che ha vinto dei campionati veri. E questo fa la differenza.


Grande pilota equivale a grande istruttore?

Come pilota il mio obiettivo è uno solo: vincere la gara. Da coach è più complesso: devo trasmettere la mia esperienza e vedere l’Allievo migliorare giro dopo giro. Ho detto migliorare, non diventare un campione. Perché il DRE non è una scuola per campioni. Ma il luogo in cui far sì che i Ducatisti si sentano più veloci, più sicuri, e possano godersi al massimo le potenzialità della loro moto.

Spostare i confini in un solo giorno: si può?

Assolutamente sì, in termini di performance e anche di sicurezza. A volte vedi qualcuno che è un po’ più indietro, non ha la posizione giusta in sella, non posiziona correttamente lo sguardo, sono troppo bruschi con freno e gas. E tu nell’arco della giornata li vedi migliorare. Chi arriva a toccare il ginocchio, chi i gomiti.

E magari tornano la volta dopo e diventano ancora più bravi.

È così, perché il DRE è molto più di una scuola di guida. Il DRE è un’esperienza unica. Ma dove ti capita di sentirti spiegare da Chaz Davies, appena tornato dal weekend ai box come Riders’ Coach del team Ducati in Superbike, come migliorare l’uscita dalla curva? O di guidare la moto dei campioni del mondo Álvaro Bautista e Pecco Bagnaia, come accaduto ai proprietari della Superleggera V4? 

Parlando di mondo. Tu con il DRE tieni corsi in tutti i continenti. La passione per la velocità è una lingua comune?

Sono stato di recente a Shanghai, e al rientro ho proprio pensato a quanto sia cresciuto il livello, in così poco tempo. Oggi c’è un livello davvero alto in tutti i paesi del DRE: India, Thailandia, Cina, Corea, Malesia... Anche qui la ragione è che gli istruttori non sono semplici piloti, sono i campioni nazionali! E quando unisci la passione con le competenze tecniche, ottieni sempre risultati straordinari.


Hai fondato il DRE nel 2003. Gli appassionati a cui hai insegnato la velocità si contano ormai a decine di migliaia. Qual è il tuo segreto?

Mi ritengo una persona fortunata perché ho fatto della mia passione per le moto una professione. Al DRE ci sono istruttori e allievi, ma siamo tutti appassionati, siamo tutti Ducatisti. Ma insieme ridiamo, scherziamo, diventiamo amici. Chi partecipa al DRE vive un’esperienza davvero unica e speciale, lo si legge sui loro volti, e questo a me diverte tantissimo. Questo è il mio segreto.


“Al DRE siamo tutti appassionati,
siamo tutti Ducatisti!”