Travel Stories

Riding SubZero

Il nuovo episodio di Riding SubZero alla scoperta dell'Islanda
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Riding SubZero

Un viaggio attraverso le bellezze del nord in sella alla Multistrada V4
Alla conquista dell’Islanda

Nel nuovo episodio di Riding SubZero Alessandro Broglia e Alessandro Mollo, _canepazzo_ alenotmollo per gli amici di Instagram, ci accompagnano in un viaggio straordinario tra le scogliere dell’inospitale Islanda. Uno stato grande più del quadruplo dell’Emilia-Romagna ma con una popolazione complessiva inferiore a quella della sola cità di Bologna. E gli abitanti sono concentrati per circa due terzi del totale nella capitale Reykjavík e nelle aree urbane immediatamente circostanti.

Rafiche di vento violentissime, neve pesante mista a fango e ghiaccio e tante altre dificoltà accompagneranno i nostri riders per oltre 10 giorni. Segui la loro avventura in questo straordinario racconto. 

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l’itinerario
Setting delle moto in Ducati

Il nostro giorno zero è tre settimane prima della partenza a Borgo Panigale. I ragazzi del Servizio Affidabilità Veicolo ci aiutano a mettere a punto i mezzi per la spedizione, e per la prima volta possiamo toccare con mano le nuovissime borse in alluminio, prototipi – frutto di un’enorme mole di studio e di test di affidabilità – che a breve andranno in produzione. Per prepararci al meglio alla nostra avventura passiamo il resto della giornata a esercitarci sul montaggio dei chiodi Best Grip sugli pneumatici Pirelli Scorpion Rally e le bolle sulle mani non tardano ad arrivare. Siamo pronti a partire, incontreremo le nostre Multistrada V4 direttamente in Islanda!

Atteriamo in Islanda

Atterrati all’aeroporto internazionale di Keflavík ci dirigiamo allo store Ducati della capitale dove veniamo subito messi in guardia rispetto alle condizioni meteo piuttosto sfavorevoli delle prossime settimane. Le raffiche di vento sono violente, ci assale la vaga ma insistente sensazione di aver esagerato questa volta. Ma ormai siamo in ballo e un famoso detto Islandese recita “Se non ti piace il tempo che fa, aspetta cinque minuti” quindi ci prepariamo a vivere la nostra avventura proprio con questo spirito. 

Da Reykjavik a Vik

L’indomani, equipaggiati di tutto punto, siamo finalmente pronti a viaggiare. Il sole splende e il vento sembra un lontano ricordo. Le Multistrada possono sprigionare i loro 170 cv, che diminuiscono nel caso si voglia impostare la modalità enduro: in questo modo si possono affrontare in sicurezza terreni ben più infidi dell’asfalto, come ad esempio la neve.

In serata raggiungiamo Vík í Mýrdal, un paesino stretto tra il mare e i ghiacciai che con i suoi 320 abitanti si distingue come uno dei centri più popolosi dell’intera costa sud dell’isola.
A Vík í Mýrdal facciamo base per due notti, sfruttando le giornate per divertirci a spremere le nostre Multistrada V4 e immergerci appieno nella natura islandese, che con i suoi magici scenari non smette mai di stupire: faraglioni e scogliere che le onde sembrano voler divorare, spiagge di sabbia nera come il carbone, cascate che paiono frutto della fantasia di uno scrittore di libri fantasy. 

Sosta a Jökulsárlón la laguna del mare di ghiaccio

Ripartiamo in direzione est; in questa zona le temperature non sono proibitive, si viaggia tra i -8 e i +2 °C, ma dobbiamo gestire la sensazione di instabilità e di guida precaria causata dal fondo di neve pesante e lottare contro un vento talmente forte da farci piegare sul dritto. Spezziamo i 260 km che ci separano dalla cittadina portuale di Höfn facendo sosta a Jökulsárlón, laguna in cui galleggiano centinaia di iceberg, dalle stupefacenti tonalità di azzurro, che si staccano direttamente da uno dei rami del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d’Europa. Poco lontano si trova la cosiddetta «spiaggia dei diamanti», sulla quale le stesse masse glaciali si depositano dopo aver raggiunto il mare aperto ed essere state ridotte dalle correnti in piccoli pezzettini, simili a pietre preziose. 

A nord di Hofn in direzione del faro Hvalnes

Da Hofn facciamo rotta verso nord, seguendo la linea irregolare della costa, frastagliata dai fiordi. Ci imbattiamo in una spiaggia innevata su cui si notano chiaramente tracce di auto e decidiamo di divertirci con le nostre Multistrada V4. In mezzo alla coltre bianca emerge l’importanza della ciclistica che risponde sempre in maniera garbata e pacata, grazie anche al grande lavoro fatto da Ducati sulle sospensioni. La neve fresca ricorda molto la sabbia: se si dà fiducia al mezzo ci si ritrova a fluttuare a velocità impensabili, potendo godere al massimo del piacere di guida che solo una maxi enduro del genere può regalare. 

Condizioni meteo sfavorevoli, facciamo rotta verso Reykjavík

Il quinto giorno ci svegliamo bruscamente dal candido sogno che stiamo vivendo: nelle prossime ore è previsto l’arrivo di una forte bufera. Facciamo armi e bagagli e, dirigendoci verso Reykjavík, ci fermiamo a Grindavík, poco a sud della capitale,dove arriviamo stremati dopo un trasferimento di circa 600 km in un solo giorno. 

Nei dintorni di Reykjavík

Il nostro intento sarebbe quello di ripartire alla volta del Vesturland, regione situata nella parte centro-occidentale del Paese, ma il meteo ci gioca nuovamente un brutto scherzo: allerta rossa, previste raffiche di vento oltre i 150 km/h. In breve tempo la tempesta inghiotte tutta l’isola.

Dopo due giorni trascorsi in ostaggio delle intemperie, possiamo finalmente uscire di nuovo ma scegliamo di rimanere nei dintorni di Reykjavík, esplorando magnifici percorsi offroad e compiendo scorribande tra sorgenti termali e campi di lava. Ormai lo abbiamo imparato: le Multistrada possono portarti ovunque, ma se l’Islanda e i suoi capricciosi guardiani si mettono di traverso non c’è controllo di trazione che ti possa salvare. 

Le ultime cartoline del
nostro viaggio

Multistrada V4: la quarta generazione di Multistrada

Preparati a scoprire la quarta generazione di Multistrada. Più sportiva e più turistica, più capace nell’uso fuoristrada e più facile nell’uso urbano. Leggera e compatta, con i 170 CV del nuovo V4 Granturismo, ti regalerà una guida sportiva ed esaltante.

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Alla conquista del Circolo Polare Artico

Paesaggi incantati, montagne innevate e aurore boreali fanno da sfondo all’incredibile racconto di viaggio di due riders che in sella alle nuove Multistrada V4, equipaggiati con abbigliamento tecnico Dainese, partono per una spedizione al Circolo Polare Artico.

Alessandro Broglia e Alessandro Mollo, _canepazzo_ alenotmollo per gli amici di Instagram ci accompagnano in questo viaggio straordinario. Guarda il video-racconto della loro avventura. 

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l’itinerario
Controlli pre-partenza insieme al team Ducati

Arrivati a Bologna, ci immergiamo nel cuore dell’azienda di Borgo Panigale, e insieme al team Ducati ci occupiamo della messa a punto delle nostre moto, senza tralasciare nessun dettaglio.

Da Bologna a Ingolstadt. Prime sensazioni di guida

Impariamo a conoscere le nostre Multistrada V4. La posizione di guida è perfetta per viaggiare, la sella comoda e riscaldata, così come le manopole. Ore ed ore in autostrada possono essere pesanti, ma il plexiglas ci protegge bene e i muscoli del collo possono rilassarsi. In più, grazie alla tecnologia radar applicata anche al posteriore si viaggia con una serenità di fondo che alla lunga si traduce in una minor stanchezza. Attraversiamo i passi innevati tra Italia, Austria e Germania e dopo 630 Km arriviamo a Ingolstadt. 

Da Ingolstadt a Rostock. Il freddo Nord inizia a farsi sentire

Le condizioni atmosferiche sono parecchio avverse ma le moto rispondono alla perfezione, stabili e sempre con il massimo controllo grazie anche all’inaspettato apporto del sistema basculante delle borse.

Percorriamo parecchi chilometri con i fiocchi di neve che ci sfiorano il casco, nel tardo pomeriggio giungiamo sulle rive del Mare del Nord, e dal porto di Rostock ci imbarchiamo alla volta della Svezia. Monteremo le gomme chiodate solo una volta arrivati nella capitale.

Da Trelleborg a Kumla. Ghiaccio e gomme chiodate

L’obiettivo è ambizioso: lasciare Trelleborg, cittadina situata all’estremità meridionale della penisola scandinava, e coprire i 645 chilometri che ci separano da Stoccolma. Il meteo però si rivela pericolosamente variabile: si passa con rapidità dalla neve, al ghiaccio, al sole. Il DTC, regolabile su 8 livelli di intervento del controllo di trazione, è perfetto: ci consente di avere sempre un controllo ottimale in condizioni anche completamente diverse, dalla strada asciutta e fredda, al bagnato, alla neve con gomme di serie e addirittura anche con neve e chiodi. Un amico ci ospita a Kumla, ricarichiamo le batterie per riprendere l’indomani il nostro viaggio verso Nord.

Da Stoccolma a Skelleftea con tappa al Desmo Center

A Stoccolma, ci aspettano gli pneumatici speciali inviati pochi giorni prima dall’Italia e una calorosa accoglienza (che apprezziamo particolarmente, dati i – 15 °C esterni). 

Montate le gomme chiodate, la sensazione di guida cambia notevolmente e, nonostante il liquido antiforatura, la moto rimane estremamente agile e precisa. Dopo il pit-stop ripartiamo in direzione nord costeggiando per circa 750 Km Golfo di Botnia, che separa la Svezia dalla Finlandia, e raggiungiamo la città di Skellefteå.

Da Skelleftea a Ajerplog. La meta non è così lontana

La sveglia all’alba ci permette di apprezzare il lavoro di chi ha progettato e sviluppato la Multistrada V4, perché il faro anteriore fa letteralmente giorno e, con l’ausilio dei fari aggiuntivi e della funzione cornering, non c’è mai nulla di imprevisto, anche viaggiando di notte.

Quando raggiungiamo Villa Björklund, dopo aver macinato 250 Km veniamo premiati da un’aurora boreale che ci lascia a bocca aperta. Le moto dormiranno fuori anche questa notte, la colonnina del mercurio segna una temperatura di -31°.

Il Circolo Polare Artico. Ce l’abbiamo fatta!

Nonostante il gelo della notte, i nostri motori V4 partono al primo colpo sul bottone di avviamento. Raggiungiamo in mattinata il Circolo Polare Artico. Girovaghiamo senza meta, divertendoci a intraversare le moto sul fondo ghiacciato. Ci infiliamo in tutte le strade possibili facendo affidamento sulle sospensioni adattive che lavorano con la logica Sky Hook, un approccio innovativo alla dinamica della moto che si traduce in un assetto sempre controllato, con sospensioni che reagiscono al fondo sconnesso liberando l’idraulica e rendendo la guida poco stancante.

A fine giornata, grazie all’attrezzatura fornitaci da Ferrino, abbiamo la possibilità di godere a pieno della natura che ci circonda, montando la nostra tenda in uno scenario magico. 

Meritato riposo

Smontiamo il campo e decidiamo di tornare verso Arjeplog, ci sistemiamo nello stesso alloggio in cui ci siamo fermati due notti. 

Un giro al Colmis Proving Ground

Il circuito su lago ghiacciato che oggi è interamente a nostra disposizione. “Giochiamo” tutto il giorno con le nostre Multistrada V4 sulla superficie gelata, divertendoci come matti e potendo renderci conto in prima persona di quanto questi controlli siano efficaci, assicurando un’ottima padronanza del mezzo anche in condizioni del tutto particolari come queste.

Da Ajerplog facciamo rientro a Stoccolma

Ripartiamo verso sud, è ora di iniziare la lunga discesa verso casa. Ormai la confidenza con le nostre Multistrada V4 è incredibile: per questo decidiamo di guidare per 910 chilometri in un colpo solo e di provare a raggiungere nuovamente Stoccolma entro sera.

Kumla - Trelleborg - Rostock - Ingolstad. Il rientro verso casa

Percorriamo in fretta gli ultimi 2.200km lungo le veloci autostrade della Germania. La testa è piena di ricordi e l’entusiasmo ci aiuta a rendere gli ultimi due giorni di guida meno faticosi. 

È il momento di tirare le somme. Moto, gomme e abbigliamento non sono stati solo ottimi compagni di viaggio, ma hanno cambiato radicalmente quello che credevamo di conoscere, ovvero le pene dell’inferno per sopravvivere al freddo. E invece, chi per l’elettronica, chi per i materiali e la tecnologia, ognuno ha fatto la sua parte e il risultato è stato che abbiamo avuto la mente sgombra da timori e tremolii molto più di quel che pensavamo, potendoci così godere di più strade e paesaggi. 

Le ultime cartoline del
nostro viaggio

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