Travel Stories

Ushuaïa. DesertX ai confini del mondo.

Tre rider, 14.000 Km da percorrere, 5 paesi da attraversare e 45 giorni di tempo per farlo. Destinazione: la Terra del Fuoco.
DUCATI DesertX 2023 Challenge - La diagonale dall’Amazzonia alla Terra del Fuoco in 45 giorni

Che cosa possono fare tre rider in 45 giorni in sella a DesertX? Ce lo racconta Laurent Lay, pro rider della Guyana francese, in un’intervista in cui ci parla del suo ambizioso progetto di viaggio DUCATI DesertX 2023 Challenge - La diagonale dall’Amazzonia alla Terra del Fuoco.

Episodio 1 In navigazione sul Rio delle Amazzoni
Episodio 2 Comincia la vera Challenge
Episodio 3 Dall'inferno al paradiso
Episodio 4 Il Cile della costa pacifica
Episodio 5 Direttamente in Patagonia
Episodio 6 La fine del mondo
Dall’Atlantico al Pacifico

Laurent, raccontaci un po’ come è nato questo progetto.

L’ idea di questo viaggio è nata tre anni fa, con il desiderio di scoprire la Patagonia, perché avevo bisogno di ricaricare le batterie. Inizialmente non mi importava quale mezzo avrei usato per arrivarci. La cosa fondamentale era riuscire ad arrivare fino in Patagonia.

Perché proprio la Patagonia?

Perché la Patagonia è alla fine del mondo.
È selvaggia e misteriosa e questi aspetti, per me, ti danno veramente modo di uscire dalla stretta della quotidianità e ricaricare le energie. All’inizio il progetto era di andarci in 4x4 ma, allo stesso tempo, sapevo che Ducati avrebbe rilasciato una moto magnifica, con grandi capacità fuoristrada. Quindi ho iniziato ad orientarmi verso il viaggio in moto. Io, Patrick e tutto il gruppo abbiamo iniziato a parlarne seriamente durante l’estate del 2021 e così abbiamo ufficialmente deciso di partire in moto, tuti e tre assieme.

Da dove volevate passare?

Questa era la grande domanda che ci siamo subito posti guardando la mappa. Sulla strada ci sono tantissime regioni estremamente interessanti, dunque abbiamo deciso di attraversare tutto il Brasile, toccando anche diversi paesi vicini, che sono luoghi magici e meravigliosi.

La destinazione finale?

Ushuaïa!
È senza dubbio la destinazione più lontana che avremmo potuto raggiungere rimanendo nel continente sudamericano.
Per noi era un po’ come raggiungere la fine del mondo…e in effetti non avremmo potuto andare oltre!

Quali sono i paesi che avete attraversato?

Abbiamo iniziato il percorso dal Brasile per discendere in Perù e fare il lago Titicaca e arrivare in Bolivia, toccando il Salar d’Uyuni.
Dopodichè abbiamo sconfinato in Cile percorrendo il deserto di Atacama e, infine, siamo arrivati in Argentina. Da qui abbiamo attraversato tutta la Patagonia per arrivare fino in fondo al continente.

Vi sentivate pronti per affrontare questa impresa? C’è stata una preparazione particolare?

Eravamo consapevoli che sarebbe stato difficile mantenere un ritmo giornaliero di 500-600 km, per questo il nostro allenamento si è concentrato soprattutto sui test in offroad.
Inoltre abbiamo dovuto rivalutare le abitudini di alimentazione e trovare il modo di dormire meno rispetto alla norma.
Dopodichè, ci siamo sentiti pronti solo all’80%. Perché uno degli elementi più importanti di questa avventura era proprio “l’ignoto”.

Sapevamo che in Brasile ci aspettavano più di 1.000 km da percorrere in fuoristrada, ma la domanda era:
“Che tipo di fuoristrada?”. Fuoristrada duro o facile? Offroad bagnato o secco?”

Fortunatamente, il nostro spirito di adattamento ci ha permesso di affrontare serenamente tutte le situazioni. Allo stesso tempo, dopo le prime centinaia di chilometri con la DesertX, abbiamo capito che questa moto ci avrebbe davvero aiutato, anche nelle condizioni più estreme. È stata questa fiducia a far scomparire rapidamente la paura dell’ignoto.

Nonostante la preparazione fisica e i consigli degli esperti, l’unico elemento di questo viaggio che abbiamo sottovalutato è stato il mal di montagna in Bolivia. Quattro giorni dopo l’arrivo a El Alto (a un’altitudine pari a 4.050 m) il mal di testa ha messo a dura prova la nostra resistenza!

Quali sono i luoghi o i momenti del tragitto che vi resteranno più impressi nella memoria?

Ogni giorno siamo stati colpiti da così tante cose!

In Brasile sicuramente il Rio delle Amazzoni: 3 giorni di viaggio, attraversando incredibili paesaggi, tra foresta e pianura. Appena arrivati a Cobija, ultima tappa prima della frontiera con il Perù, abbiamo scoperto che non saremmo potuti passare da questo Paese a causa della guerra civile. Abbiamo quindi deciso di andare direttamente in Bolivia.

Abbiamo quindi deciso di andare direttamente in Bolivia, dove sicuramente ricorderemo per sempre la Ruta de la Muerte (Ruta 8, in montagna). Qui dovevamo raggiungere La Paz e percorrere quella che secondo noi è la peggiore strada mai attraversata in vita nostra, per di più durante la stagione delle piogge. Diverse volte, abbiamo percorso una strada a soli 20 cm da un precipizio. Abbiamo faticato davvero molto!

Arrivati in Cile, dopo 3 ore di viaggio nel deserto di Atacama e a 3.000 m di altitudine, abbiamo attraversato le montagne, che improvvisamente si sono aperte sull’Oceano Pacifico, permettendoci di raggiungere Paposo. È stato un momento importante e simbolico per noi e non ci è stato possibile trattenere le emozioni e le lacrime. Per la prima volta abbiamo percorso un tragitto toccando sia l’Oceano Atlantico (Cayenne) che l’Oceano Pacifico (Paposo).

In Patagonia i paesaggi sono incredibili: a San Carlos de Bariloche, come a Villa La Angostura. Città, laghi, foreste, montagne, il ghiacciaio di Perito Moreno, la strada stessa. Resterà tutto per sempre impresso nella nostra memoria.

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