Ducati People

Episode 5
Alessio Bertallot

Intervista ad Alessio Bertallot, Luglio 2019

Alessio Bertallot (leggi “Bertallò” in piemontese), non è il fondatore di uno stile, è lo stile stesso, in fatto di musica in Italia. Dee-Jay, musicista, autore, conduttore radiofonico dal tono inconfondibile, Bertallot è da sempre sorgente e connettore di nuove tendenze: dal primo rap cantanto sul palco di Sanremo, all’introduzione di concetti come Crossmedialità e Storytelling - suoi marchi di fabbrica - in una profusione di format per radio e televisione, dedicati alla musica.

Ducatista irriducibile, ha una passione per XDiavel e Multistrada, che gli hanno rapito il cuore ai primi giri al minuto (e non sarà un caso se solo una lettera separa gli rpm del motore dai bpm, con cui si misurano la ritmica nella musica e i battiti del cuore!). Da cultore di suoni e atmosfere, quello che ama nelle Ducati non è solo la tecnologia e il design, ma la loro “voce”, il rombo del motore, la sensazione di guida. Oggi Alessio è anche curatore delle nostre playlist su Spotify, e non poteva che essere così.

Lo incontriamo nel suo studio di Casa Bertallot, il loft milanese in cui vive e da cui trasmette la web radio omonima, un editore di Podcast che propone musica 24 ore su 24. La consolle è immersa in luci colorate e soffuse, circondata da centinaia di vinili e cd: un luogo in cui l’intimo diventa pubblico, laboratorio di idee per la divulgazione musicale, un modo 4.0 di fare il DJ.

Alessio, raccontaci come sei arrivato a curare il profilo Ducati su Spotify e come scegli i brani da selezionare.

Il punto di arrivo di questa ricerca è l’esplorazione di mondi alternativi, l’offerta di una musica nuova, che abbia stile. Per Ducati sto curando diverse playlist, ciascuna con la sua caratteristiche: Sofistication contiene brani più alternativi, Performance è dedicata al pop più “intelligente”, Ducati Music invece raccoglie il meglio delle novità, con musicisti anche sconosciuti, che verranno fuori sulla lunga distanza. C’è poi una mia playlist personale, Casa Bertallot Revelations, che si aggiunge alle altre. In comune tra me e Ducati c’è la ricerca di uno stile outsider, qualcosa con un carattere distintivo, che spicca. Io non amo lo standard nella musica e nemmeno nelle due ruote: mi faccio conquistare da moto con una personalità spiccata, a cui doversi adattare.             

Come nasce la tua passione per Ducati?

Mi sono appassionato a Ducati perché Ducati si è inventata la XDiavel, cha ha uno stile e un modo di farti vivere la strada diverso da quello che avevo conosciuto fino a quel momento. Con la XDiavel Ducati ha avuto il coraggio di andare contro le regole del mercato, mixando una vera cruiser con caratteristiche da guida sportiva. Non solo questione di potenza, ma essere consapevoli di quello che succede nel mondo. È la stessa cosa che cerco nei musicisti: un modo coraggioso di essere artisti. 

La parola “stile” a cosa ti fa pensare, in particolare per le moto?

Stile è equilibrio fra gli elementi. Saper mettere insieme caratteristiche apparentemente opposte, e farle stare bene in una nuova forma.

Se ti diciamo Crossover…a cosa pensi?

Il Crossover è un metodo che la persona talentuosa applica per inventare qualcosa, con gli elementi che ci sono già. Tutto nasce dal Crossover: in musica si possono fare infinite combinazioni, per esplorare territori nuovi. Ma questo vale anche nel progettare le moto, come nel caso della Multistrada o le Hypermotard e gli Scrambler, che sono nate da universi mixati. Ci sono funzioni primarie che devi rispettare, il resto lo fa la creatività. Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma: vista così, la Legge della Conservazione della Massa di Lavoisier è una legge sulla creatività.

Progettare una moto è quindi un atto creativo, oltre che tecnico?

Realizzare una moto è come realizzare un'opera musicale: c'è cultura, tecnologia, cura, artigianalità, innovazione, esplorazione. Perché le moto, in particolare le Ducati, sono un prodotto dell'ingegno italiano che dà emozione molto più di altri. Dietro alla realizzazione di quel prodigio che stai guidando ci sono notti insonni di persone che l'hanno progettata con impegno e sudore. È lo stesso lavoro che fa il musicista con il proprio disco e merita rispetto.

Cosa rende uniche le Ducati, secondo te?

Ducati ha potenza ed eleganza, che compongono un mix fortissimo. Mi attira l’affidabilità, il design, la loro “voce”, inconfondibile. La vibrazione che ti dà il motore arriva dritta dentro di te. La XDiavel per esempio, ha una curva di coppia a prova di metronomo, perfetta. Tanto che sto pensando di fare un DJ-set con il microfono vicino allo scarico…Prendo il ritmo del minimo del motore e poi comincio a mixare da quei bpm lì. Anzi…da quei bpr lì. 

Che genere di motociclista ti consideri?

Lo stile che amo è la guida rilassata. So che posso avere performance, ma mi piace sentire il motore con un timbro basso, quindi a giri lenti. Mi piace la sensazione del viaggio di esplorazione, che non è solo esplorazione dell’esterno. Se ti stai godendo il viaggio entri in un'altra dimensione, più dentro te stesso, fuori dalla quotidianità. C'è quasi un elemento metafisico nel viaggio in moto… come nell’ascoltare e nel fare musica.

Sei un Ducatista dall’approccio originale quindi, quasi filosofico… qual è la matrice comune tra il fare musica come lo fai tu e l’andare in moto?

Il flusso, il flow: un punto di magia, di equilibrio fisico e interiore. Il musicista mantiene un ritmo, il motociclista mette in equilibrio un elemento fisico dinamico, nel tempo e nello spazio. É il flusso, il flow, che ti permette di fare 1.000 km con il passo giusto, come quando sei in consolle e devi far ballare 1.000 persone per due ore. 

Quindi, qual è la moto giusta per te?

In realtà non ha senso chiedersi quale sia la moto giusta per sè. É la moto che decide se tu sei giusto per lei, non viceversa…Devi chiederti quale esperienza vuoi fare con lei e farti scegliere. Oggi guido una Multistrada, potenza e fluidità insieme. 

Ti va di condividere con noi un aneddoto della tua vita da motociclista?

Una delle esperienze più belle è stata il viaggio con la XDiavel in Sardegna, in Gallura, la regione più esotica dell’isola, dove nel viaggio attraversi macchia mediterranea profumata , montagne, granito scolpito in forme surrealiste e visioni del mare smeraldino. Dovevo andare a mettere i dischi al festival jazz di Berchidda. Misi la valigia dei dischi legata al posto del passeggero e andai dall’arcipelago alla fine della Gallura attraversando le montagne e i boschi di sughero… Avevo tutto con me, in quel momento: l’esplorazione in un ambiente sempre nuovo e straordinario, la mia moto, la mia musica. Qualcosa di molto vicino all’idea di libertà e passione.

C'è un altro viaggio che vorresti fare ora, con la tua nuova Multistrada?

Mi piacerebbe portarla a Fuerteventura, isola selvaggia, estrema, radicale, che frequento per fare Windsurf. È abbastanza grande per darti un respiro di viaggio spettacolare, con le strade vicine al mare che finiscono improvvisamente, poi ricominciano…I tornanti ti portano sui vulcani, sembra di essere su Marte. Vorrei andare in Nuova Zelanda, wildness pura. Ma a dire il vero anche a Milano, dove vivo, mi piace fare ogni spostamento con lei, ed è sempre un bel viaggio.

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