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Scopri di piùNell’era della sharing economy in cui tutto è condivisibile, esistono ancora luoghi in cui rifugiarsi quando non si ha voglia di condividere nulla con nessuno, dove la solitudine non è soltanto vista di buon occhio, ma è addirittura auspicabile. Il lago rientra indubbiamente nella categoria.
Sarà per quel suo silenzio comprensivo, per la bellezza che invita alla contemplazione o per l’atmosfera placida che ci fa sentire un po’ più riflessivi del solito, ma quando ci si trova davanti a un lago si sente immediatamente l’esigenza di stare da soli, chi con un libro, chi con un sasso da far rimbalzare sull’acqua o chi con la propria moto.
Quelli che inseguono la solitudine sulle due ruote, lontano dalle folle di turisti e dal clamore delle mete più gettonate, la troveranno facilmente sulle sponde dei laghi minori, dove la patina di glamour cede il posto all’autenticità.
Lago d’Orta, musa di santi e scrittori.
“Un delizioso piccolo lago ai piedi del Rosa, un'isola ben situata sull'acque calmissime, civettuola e semplice…”. Difficile trovare parole più efficaci di quelle di Balzac per descrivere il Lago d’Orta, il più piccolo tra quelli prealpini. Musa di scrittori e poeti, trova il suo spazio ai piedi del massiccio del Monte Rosa, là dove la natura pare essersi sbizzarrita e non poco.
Nei 40 chilometri di strada che costeggiano il lago, abbracciandolo per intero, c’è tutto quello che un motociclista può desiderare per la classica gita fuoriporta della domenica: una vista di tutto rispetto, la giusta dose di curve e qualche borgo caratteristico in cui concedersi una tappa. Tra questi c’è sicuramente Orta San Giulio con i suoi palazzi quattrocenteschi e cinquecenteschi in pieno stile barocco, le viuzze strette e le chiese. Se vi occorre una ragione più che valida per parcheggiare la moto, quella ragione è l’isola di San Giulio. Quello che un tempo, secondo le leggende, era uno scoglio abitato da mostri e serpenti, venne scelto dal santo per fondare la sua chiesa: oggi, su questa isoletta lunga appena 275 metri, si concentrano edifici memorabili come la Basilica e l’Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae. Tornando sulla terraferma avrete l’imbarazzo della scelta: se la stagione lo permette, potrete dirigervi verso la spiaggetta di Bagnara per un tuffo rigenerante oppure addentrarvi alla scoperta del borgo medievale di Pella. Chi preferisce restare in sella alla propria moto e godersi il lago dall’alto, potrà arrampicarsi fino al suggestivo Santuario della Madonna del Sasso o puntare verso la cima del famoso Mottarone.
Lago di Nemi, il posto delle fragole e delle navi leggendarie.
Tra il 1928 e il 1932, dalle acque del lago di Nemi vengono recuperati gli scheletri di due antiche navi, volute dall’imperatore Caligola per le sue memorabili feste e per simulare battaglie navali. Questa è solo una delle tante leggende custodite da Nemi, il più piccolo dei due laghi vulcanici incastonati tra i Colli Albani.
L’itinerario in moto dura solo poche ore, ma a fine giornata vi sentirete sazi e appagati dalla storia millenaria e dalla natura incontaminata che avrete incontrato sul vostro tragitto. Partendo da Castel Gandolfo, affacciato sul lago di Albano, si percorre una strada che si fa largo tra vitigni e boschi di castagno. Procedendo sulla Via dei Laghi ci si ritrova faccia a faccia con Nemi, con le sue sponde coperte di canneti, le acque ospitali e i fitti boschi in cui crescono spontaneamente le fragoline selvatiche. Se intorno al lago di Nemi la natura ha saputo tenersi stretta i propri spazi, la mano dell’uomo è ancora presente nelle affascinanti testimonianze di epoca romana, dai tunnel d’irrigazione sotterranei al tempio di Diana.
Laghi di Monticchio, habitat di specie rare.
In Basilicata accade spesso: ci si ritrova in luoghi abitati tanto dall’uomo quanto dalla natura e non si capisce chi dei due sia arrivato prima dell’altro. È una convivenza serena, basata sul rispetto reciproco, e i laghi di Monticchio ne sono il tipico esempio.
Crateri di un antico vulcano assopito da tempo, il Vulture, comunicanti eppure di colori diversi, questi due laghi e la vegetazione che li circonda sono diventati l’habitat ideale per alcune specie animali e vegetali più uniche che rare: dalle acque profonde emerge la Nimphea Alba, una ninfea che, in Meridione, attecchisce solo qui; nei boschi intorno al lago, invece, vive la Bramea, una falena notturna che è impossibile ritrovare in altri luoghi d’Europa. In mezzo a queste bellezze naturali ne spiccano alcune architettoniche, lascito dei monaci che qui trovarono rifugio intorno all’VIII secolo. E così, in questo verde brulicante di vita, trovano la loro naturale collocazione l’imponente Abbazia di San Michele e i ruderi del convento di Sant’Ippolito.
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