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Scopri di piùNello studio di Joseph Klibansky, oltre alla fonderia dove vengono prodotte le sue celebri statue in bronzo, c’è uno spazio espositivo con i dipinti e le sculture di questo giovane ma già acclamato artista. Al centro, una mega-scultura di 5 metri e mezzo raffigura un astronauta mentre sorregge una croce dorata. Si chiama “Leap of Faith”, ed è una delle opere più imponenti dell’artista sudafricano. Oggi se ne aggiunge un’altra. Nel suo ultimo progetto, infatti, Joseph ha collaborato con Ducati per creare una Panigale V4 S d’artista, la Ducati X Klibansky Art Bike.
Il motorsport, e soprattutto le moto, sono una delle tue passioni più forti. Cosa significa mettere la tua firma su una Ducati Panigale V4 S?
Sono un fanatico di motori sin da bambino, e Ducati per me ha sempre rappresentato il massimo. Un sacco di persone vanno in moto, ma quando vedi passare una Ducati ti accorgi subito che è diversa da tutte le altre. Ti prendi un momento per apprezzarla. Quando ho visto la Panigale V4 S per prima volta, sembrava già un’opera d’arte. Sono una persona molto visiva e il design di un oggetto è ciò che mi colpisce di più. Mi ricordo che ho pensato: “Sembra veloce anche quando è ferma”. Basta lei da sola per riempire qualsiasi stanza, proprio come una scultura.
Quali sono state le fonti d’ispirazione per questa tua opera?
Mi è bastato vedere la moto per capire cosa fare dal punto di vista artistico. Era solo una questione di introdurre la mia visione.
C’è qualcosa della Panigale V4 S originale che volevi mantenere? E cosa volevi cambiare invece?
La mia parte preferita della moto sono le ali frontali. Hanno uno stile pazzesco, mi ricordano Batman. Ho pensato subito di mantenerle così come sono.
Per il resto, mi sono preso la libertà di sperimentare. Quando abbiamo ricevuto la moto l’abbiamo ridotta al minimo, tenendo solo il telaio e il motore, e trasformandola in una tela bianca su cui lavorare. Poi abbiamo iniziato a vestirla con parti speciali in fibra di carbonio, la frizione a vista e i cerchi personalizzati in oro satinato. E per finire, abbiamo creato una sella su misura in Alcantara con un motivo a diamante, ricamata con il mio nome e il logo dell’orso (quello di “Bare Hug”, una delle sue opere più famose).
Cosa ha guidato la scelta dei colori?
Lo schema di colori è un elemento su cui ho riflettuto molto. Volevo trovare una combinazione che esaltasse lo stile e l’aggressività della moto, senza comprometterne l’eleganza. Per la carena, ho scelto il “Grigio Nardo”, un colore speciale che ho visto su una Bentley in edizione limitata di un mio amico. Poi ho selezionato un verde fluo per le pinze freno, le finiture delle ali anteriori e il logo Ducati. Volevo dare alla moto uno look elettrizzante ed evidenziare il suo fascino.
Cosa ci raccontano i disegni sulle carene?
Lo stile che ho scelto per la livrea è quello che chiamo “Pittura di Pensiero”. È un approccio in cui raccolgo e rappresento istantanee dei miei pensieri in periodi diversi. Al suo interno, si possono vedere vari elementi della vita: gli alti e bassi, l’amore, le complicità, tutto quello che essa ci porta ad attraversare. Soprattutto, volevo che i disegni venissero pitturati sulla livrea, come se fosse una tela. Quindi tutti gli schizzi sono stati verniciati a mano sulla moto. Solo per la fase di verniciatura ci sono voluti sei mesi, ma il risultato è di altissimo livello.
Molte delle tue opere vedono figure e personaggi celebri messi in situazioni inaspettate. C’è un luogo particolare in cui vorresti mettere questa Ducati?
Al momento, la moto è esposta nella galleria del mio studio ad Amsterdam. Si integra perfettamente con tutte le altre opere e cattura l’attenzione di chiunque si avvicini. In futuro mi piacerebbe posizionarla in un luogo in cui tutti possano vederla e interagirci. Per me fare arte significa condividere emozioni e ispirare le persone. Quindi, se dovessi proprio sceglierne uno, direi il centro commerciale di Dubai, un luogo da 7 milioni di visitatori al mese. Sono davvero tante persone. E se tra questi 7 milioni, anche una sola persona, guardandola, si sentisse ispirata, allora l’arte avrà svolto il suo compito.
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