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Scopri di piùDopo un decennio durante il quale l’impegno agonistico è portato avanti da squadre private, nel 1971 Ducati ritorna ufficialmente alle competizioni della classe 500 cc con la 500 GP Bicilindrica. L’obiettivo è quello di competere con le migliori moto della scena internazionale.
Ducati sviluppa la sua prima bicilindrica da corsa, caratterizzata da un motore a coppie coniche con configurazione a L di 90° e cilindrata di 500 cc. Debutta nel campionato italiano con i piloti Bruno Spaggiari ed Ermanno Giuliano, e con Phil Read partecipa al GP delle Nazioni a Monza.
Il ritorno di Ducati alle corse riempie i fan di entusiasmo: finalmente la loro marca preferita è tornata nel suo ambiente naturale.
Taglioni usa il carter “prototipo” fuso in terra che aveva creato per i primi esperimenti sulla 750. Su questo applica due parti termiche della monocilindrica 250 (con testata a molle, non Desmo). Per ottimizzare l’efficienza del propulsore aggiunge la sesta marcia nel cambio.
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Cilindrata
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496,92 cc
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Potenza massima
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72 CV a 1100 giri/min
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Velocità massima
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Circa 250 Km/h
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Peso a secco
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138 kg
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Cilindrata
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496,92 cc
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Potenza massima
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72 CV a 1100 giri/min
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Velocità massima
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Circa 250 Km/h
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Peso a secco
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138 kg
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La Ducati 500 GP viene sviluppata in appena sei mesi, ma fin da subito mostra il suo valore. Il debutto è nella gara di Modena. I due piloti, Spaggiari e Giuliano, in sella alle lore Ducati fanno assaggiare qualcosa di importante; sfortunatamente, piccoli problemi li costringono al ritiro prima della fine della corsa. Nella gara successiva, a Imola, Spaggiari deve ritirarsi ancora, mentre Giuliano arriva alle spalle di Agostini e della sua impareggiabile MV tre cilindri.
Pur non avendo ancora espresso le sue piene potenzialità, la moto si dimostra competitiva fin dall’inizio. La Casa di Borgo Panigale decide così di mettersi alla ricerca di un pilota capace di sfruttare al meglio la 500 GP.
La scelta ricade su Mike Hailwood, ma complice la non disponibilità del pilota inglese, a salire in sella alla Bicilindrica è un altro britannico, Phil Read.
Read riesce a piazzarsi secondo dietro Ospitaletti, e prende parte anche al campionato mondiale a Imola, dove tormentato da problemi al cambio, resta a lungo in seconda posizione prima di finire quarto.
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